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domenica 15 giugno 2014
venerdì 2 agosto 2013
sabato 22 giugno 2013
Semi di chia, alla riscoperta di prodotti straordinari dimenticati
I semi di chia sono prodotti da una pianta floreale ricca di proprieta’ nutrizionali, chiamata Salvia hispanica, della famiglia Labiatae, nativa del Guatemala e del Messico centrale e meridionale.
La tradizione locale, attesta che questa semenza veniva già coltivata in epoca pre-Colombiana dalle civiltà Azteche. Si tramanda che, isemi di chia fossero così pregiati da essere versati come tributo dalla popolazione ai regnanti di turno.
La Salvia Hispanica, insieme all’amaranto, ai fagioli e al mais, era il cibo base della dieta delle popolazioni messicane, dei Maya e degli Aztechi in particolare. Nell’antichità il seme era considerato “magico” e la mitologia narra che gli Aztechi traessero dalle sementi la forza per affrontare e vincere le loro battaglie: in lingua maya i “semi di chia” assumono il significato di “semi della forza”! Chia semi ha proprieta’ benefiche, conosciute da tempo.
Per gli Aztechi i semi di Chia erano così importanti che le nazioni da loro conquistate avevano l’obbligo di pagare un tributo annuo di 4.000 tonnellate di sementi all’Impero Azteco! I Maya come gli Aztechi facevano larghissimo consumo dei semi di chia e conferivano ad essi una siffatta importanza da usarli anche nelle celebrazioni religiose come offerta propiziatoria agli dèi. Quando nel 1521 i conquistadores spagnoli invasero e conquistarono le terre Azteche, scatenarono la loro famosissima furia bruciando raccolti e riserve dei semi di Chia; H. Cortes ne vietò la coltivazione in loco soppiantandola con quella del frumento, dell’orzo e delle carote, per paura degli influssi magici di questa semenza e per soddisfare le richieste delle popolazioni Europee. Della ben nota furia dei conquistadores si salvarono solo il mais e i fagioli coltivati dagli Aztechi e pertanto, la semenza sparì dalla circolazione, sopravvivendo solo in piccole zone disseminate fra le montagne del Messico e del Guatemala. Contemporaneamente al divieto di coltivare i semi di Chia in Messico, gli spagnoli importarono isemi di chia nelle loro terre, in Spagna, dove si sviluppò rapidamente grazie allle proprieta’ del terreno e al clima favorevoli.
Vediamo ora le principali caratteristiche di questo vegetale, tanto antico quanto importante e benefico.
Dalle tabelle suesposte si ricava che le vitamine ed i Sali minerali della pianta contengono:
-7 volte più Vitamina C rispetto alle Arance
-5 volte più Calcio rispetto al Latte
-3 volte più Ferro rispetto agli Spinaci
-2 volte più Potassio rispetto alle Banane
-15 volte più Magnesio rispetto ai Broccoli
La Salvia Hispanica, inoltre, contiene il 64% di Omega 3 con ALA (acido alfa linoleico), abbondanti bioflavonoidi (antiossidanti), ed è la fonte di Omega 3 più sana, più sicura e più ricca del Mondo, è l’UNICO prodotto che fornisce grassi essenziali Omega 3 senza i problemi di gusto, odore, tossicità, irrancidimento e alto contenuto di grassi saturi. La Chia al naturale è quindi inodore e insapore. I semi di chia non contengono glutine (GLUTEN FREE) e non hanno controindicazioni note, sono dunque un ottimo alimento per i celiaci. Ovviamente sono atossici e sembrano essere ben tollerati a livello di allergeni.
Nell’alimentazione umana si può affermare che la chia, incredibilmente, possiede un tenore proteico più elevato rispetto alla gran parte degli altri semi similari. La sua consumazione diretta, fresca o secca, può essere anche fatta sotto forma di bevanda rinfrescante, saporita ed energetica. Si narra che gli antichi guerrieri Atzechi sopportavano le fatiche della guerra per ventiquattrore, alimentandosi con un semplice cucchiaio pieno di chia. Una volta macinato, il seme può essere trasformato in pane, torte, biscotti, e tostato può accompagnare tranquillamente le miscele di cereali da usare nel latte, esaltando il sapore del miele. Arricchisce anche lo yogurt, le salse, le barre nutrizionali ed il brodo vegetale.
[tratto da :http://www.isemidichia.com/ , http://amicomario.blogspot.it/2012/09/la-salvia-hispanica-comunemente-nota.html ]
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